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Pat Metheny, Orchestrion tour, Teatro Ventaglio Smeraldo, Milano 15 marzo 2010
Una volta lanciata l'orchestrion col sequencer digitale è arrivato il momento di improvvisare con la guitar sinth.
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Foto, animazione e recensione di Salvatore Intragna.
Un Teatro Smeraldo stracolmo, grande entusiasmo da parte di tutto il pubblico, che ha sottolineato con un prolungatissimo "ooooohhhhh" al momento in cui è stato scoperto l'intero orchestrion. Rispetto al concerto di Bolzano del 24 febbraio non è stato usato il lungo drappo rosso, ma il telo era nero ed è stato sollevato dall'alto, grazie al materiale esistente in teatro. Durante gran parte del concerto sono state proiettate le immagini di alcune microtelecamere fisse poste intorno all'orchestrion per evidenziare i movimenti dei braccetti meccanici sulle percussioni, i movimenti dei tasti del pianoforte, ecc. Nella parte centrale del medley iniziale, eseguito con la chitarra acustica a spalla mancante, ha inserito un ritmo di bossanova, e nella parte finale del brano l'accenno all'intro di The way up è stato molto più evidente, subito sottolineato dall'applauso del pubblico in sala. Mi ha sorpreso, non solo la riproposizione della stessa scaletta già ascoltata a Bolzano, con gli stessi tempi, stessa sequenza dei brani, ma anche l'identica durata dei dialoghi col pubblico tra un brano e l'altro. I due brani improvvisati con l'orchestrion li ho trovati meno ispirati rispetto a quelli eseguiti a Bolzano, ma è stato interessante capire un po' meglio il funzionamento dell'orchestrion, in particolare come, con la sola chitarra, riusciva a pilotare le singole note del piano, del basso, del vibrafono, e le singole percussioni della grancassa, del piatto, della conga, che venivano aggiunte progressivamente al sequencer digitale, fino a realizzare l'ensamble dell'orchestrion al completo. Anche al teatro Smeraldo il suono era eccellente, e dalla fila P (la 14.a), posto n. 25, centrale, ma leggermente verso la destra del palco, ogni minimo dettaglio dell'orchestrion era percepibile. Anche stavolta avevo con me un piccolo binocolo per poter apprezzare vari dettagli tecnici. Ai due lati estremi sul palco, oltre i moduli per le linee di basso, erano piazzati dei sistemi audio della Bose usati come monitor, come si può vedere dalla foto qui sotto.
L'impianto luci e i due cluster di diffusori erano montati su una americana che si reggeva su due piantane montate appena al di fuori del palcoscenico, nella parte anteriore della sala. La scaletta del concerto: Medley |
Uno dei due mobiletti che contengono le bottiglie suonanti, ripiene di liquidi, su cui sono anche proiettate le immagini riprese dalle microcamere piazzate sull'orchestrion. In questo fotogramma si intravede, al centro, il meccanismo mobile che agisce sulle corde del basso.
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