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I Motorpsycho
suonano sempre negli stessi posti, piccoli club.
Per me è la prima volta che li
seguo dal vivo.
Il concerto è sold-out. Fin
dalle 20.00 restiamo fuori, tutti in fila in attesa dell'apertura delle
porte, prevista per le 21.00.
Alle 22.05, dopo un accenno ad un pezzo con l'orchestra, salgono sul palco i
3 Motorpsycho + 1, il Bloom è stracolmo, conto ad occhio almeno 500 persone,
senza aria condizionata, non si respira, in breve tempo il locale diventerà
una sauna.
Il palco è posto troppo in basso, si sente il suono dei musicisti, che però
restano nascosti dal pubblico, intravedo solo a tratti la testa del
chitarrista, per il resto, è solo immaginazione.
Le luci sono puntate verso il pubblico, per questo anche le foto sono
difficili da scattare, anche a mani alzate.
La prima parte del concerto dura 1h.40, i brani sono cantati quasi tutti dal
chitarrista, la sua voce rende meglio sui lunghi pezzi. Progressioni
armoniche ipnotiche che catturano e trasportano in un mondo fiabesco di
leggende nordiche. Lunghe accelerate progressive, rullate impressionanti del
batterista che trasmette un'energia insolita. La band spinge
sull'acceleratore con bordate di progressive e space-rock ipnotiche, il
pubblico è entusiasta. Più volte muovo le mani per apprezzare il talento di
questi 4 norvegesi.
Dopo la breve pausa di 5 minuti, restano gli ultimi 60 minuti con brani più
vecchi, dal 1995 in poi, credo. Il volume aumenta, i toni si fanno più hard
e meno psichedelici e le parti cantate prevalgono; il pubblico conosce a
memoria i le strofe, e le canta in coro, pazzesco. Le strutture sono meno
complesse, con minori spunti progressive. La voce del bassista, più presente
nella seconda parte del concerto, non è tanto bella.
Il caldo è tremendo, e tra attesa più spettacolo, restare in piedi per oltre
3 ore è decisamente troppo per me, per cui da metà concerto guardo più volte
l'orologio per contare i minuti che mancano alla fine. Dopo l'ultimo brano,
lunghissimo, e in un'atmosfera pacata e ipnotica, alle 24.55 il gruppo
saluta il pubblico che richiede addirittura un bis. Sarebbe bello, ma in una
sala da concerto seduto, non al Bloom. Sono esausto. E scappo via subito
senza nemmeno acquistare nulla dal banchetto del merchandising.
Altra recensione qui:
http://cometarossa.org/2013/05/motorpsycho/ |
Un chien d’espace
1. Hell, part 1-3
2. August
3. Cornucopia
4. Un chien d'espace
5. Barleycorn (Let It Come/Let
It Be)
6. Überwagner or A Billion
Bubbles in My Mind
7. Walking On The Water
8. Into the Sun
(Grand Funk Railroad cover)
9. Taifun
Encore:
Nathan Daniel's Tune From
Hawaii
10. Sinful, Wind-Borne
11. Drug Thing
12. Greener
13. 's Numbness
14. The Nerve Tattoo
15. True Middle
16. STG
17. Manmower
18. Fools Gold
Band:
Bent Sæther — lead vocals, bass, guitars, keyboards, drums (since 1989)
Hans Magnus "Snah" Ryan
— lead guitars, vocals, keyboards, mandolin, violin, bass (since 1989)
Kenneth Kapstad — drums,
keyboards, vocals (since 2007)
Reine Fiske
— guitar, mellotron (since
2013) |
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