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27/09/2004

 
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Rush ~ Milano ~ Mazda Palace ~ 21 settembre 2004


Tutte le foto sono state scattate da Salvatore Intragna con un obiettivo Canon 75-300 mm, 1/45, f5.6
Fujifilm 800 ASA

Uno spettacolo meraviglioso! peccato che l'audio non era proprio OK, la voce quasi non si distingueva tra tutti quei decibel di pressione sulle nostre orecchie...

 
set list:


R30 Overture
[medley:
     Finding My Way->
     Anthem->
     Bastille Day->
     A Passage To Bangkok->
     Cygnus X-1 (Prologue)->
     Hemispheres (Prelude)]
The Spirit of Radio
Force Ten
Animate
Subdivisions
Earthshine
Red Barchetta
Roll The Bones
Bravado
YYZ
The Trees
The Seeker
One Little Victory

- Intermission -


Tom Sawyer
Dreamline
Secret Touch
Between the Wheels
Mystic Rhythms
Red Sector A
Drum Solo
Resist (acoustic-Geddy and Alex)
Heart Full of Soul (acoustic-Geddy/Alex/Neil)
2112 (Overture/Temples of Syrinx/Grand Finale)
La Villa Strangiato (Lerxst rant)
By-Tor and the Snow Dog (abbreviated)->
Xanadu
Working Man
Encore:
Summertime Blues
Crossroads
Limelight



 



Recensione di Emanuele Minutella:

 


...i Rush meriterebbero delle vendite di gran lunga superiori a quella ottenute in trent'anni di carriera all'interno della penisola italica; è questa forse la ragione che li ha tenuti fuori dall'Italia (cosa comunque discutibile) per tutta la loro carriera. Geddy Lee, vocalist e bassista, però non tarda a ringraziare la folla di circa 11.000 spettatori al Mazdapalace che si è esaltata al suono del trio canadese (in particolare al solo di batteria del "professore" Neil Peart), e a manifestare un certo dispiacere nell'avere lasciato gli italiani in disparte per tutta la loro carriera.

Ci sono davvero quasi tutte le hits di trent'anni, almeno una per ogni disco per un totale di 3 ore e mezza di concerto (tanto, eh?) assolutamente non pesante, grazie anche al break creato dai due brani acustici. Questo contribuisce a un'eterogeneità dello show, che presenta il suono HARD dei primi lavori, più vicino ai Led Zeppelin e ai Black Sabbath, quelli più progressivi dell'era 78-82 (Moving Pictures, Hemispheres), quelli più electro-pop degli anni '80 (Signals, Grace Under Pressure), il ritorno ai riff crudi degli anni 90 (Vapor Trails). E tra Limelight, Subdivisions e Working man spiccano 4 delle covers dell'ultimo EP rock-blues "FEEDBACK": emozionante quella degli WHO "THE SEEKER".

Il chitarista Alex Lifeson esplode in un'esibizione folle e creativa, gli assoli hanno qualcosa in più rispetto al solito... Durante "LA villa strangiato" si mette a improvvisare con la voce per qualche minuto facendo dei versi sopra le linee melodiche della chitarra, sulla base ritmica dei due compagni.

Neil è circondato a 360° da una batteria mostuosa e piena di percussioni elettriche che userà molto spesso, oltre che di xilofoni e metallofoni.

La voce di Geddy non è potente come trent'anni fa, ma è ancora indiscutibilmente acuta e originale.

Unica pecca l'acustica della struttura e il pessimo fonico che dietro il mixer ne combina di tutti i colori guastando più canzoni, molte per il volume troppo alto della chitarra (anch'essa troppo riverberata).

Per il resto, siamo ormai felici li aspettavamo da trent'anni e sono arrivati.

Se poi hanno gradito il clima di festa italiano...